lunedì 24 aprile 2017

CAMMINANDO TRA STORIE E MEMORIE di Giulia Gonfiantini





Sono una bambina e nel giardino di Monteoliveto mi diverto a seguire i rigagnoli d’acqua che sfociano nel laghetto. Sono una forestiera che si è sentita a casa in una trattoria alla buona arredata come le stanze della mia infanzia. In questo vicolo, invece, vive un’anziana signora che sul duro di queste pietre governa le galline, io la guardo con curiosità e anzi sono quella signora. Una storica gioielleria del centro – l’ultima di quella che ancora si chiama via degli Orafi – è dove per la prima volta ho dimostrato di essere decisa. Sono un bambino sdraiato sulla poltrona del dentista, ma la mia tata è venuta a portarmi via: è il ’44 e ci sono i bombardamenti, perciò, in bicicletta, scappiamo verso le colline intorno a Germinaia. E poi c’è quella fontana, che sul fondo nasconde da sempre il mio orologio preferito. E quelle finestre da cui i miei nonni si parlano. E quel loggiato che mi ricorda le scorribande estive in bicicletta fatte altrove.
Nelle Memorie d'infanzia in cammino la condivisione va ben oltre il semplice ascolto. I luoghi, infatti, non hanno una sola verità: alcune, individuali, sono lontane dalle didascalie che dei monumenti leggiamo e rileggiamo ma non per questo sono meno vere. Le Memorie d'infanzia in cammino offrono l'opportunità di tornare a un uso romantico della strada e del quotidiano, che così viene riscritto senza pregiudizi per quello che vale nelle persone vicine durante il percorso: le uniche, in quel momento, che contano.
“A caccia di pietre che cantano” è stata dunque una lunga passeggiata, dove ognuno dei partecipanti aveva comunicato agli organizzatori un luogo del centro storico legato a un ricordo personale e dove tali luoghi, insieme, hanno rappresentato le tappe dell'itinerario. Che è stato scandito dalle voci, dalle rievocazioni, ma anche dai suoni – dei tacchi sulla strada, delle percussioni della Fondazione Luigi Tronci, di ringhiere inaspettatamente diventate strumenti musicali... - e da ogni altra memoria che quelle voci, quei suoni, quegli scorci e quei vicoli hanno riportato a galla strada facendo. Dal giardino di Monteoliveto a via del Presto, da via del Lastrone a piazza San Leone. Mescolandosi, amalgamandosi, rendendo i ricordi di ognuno quelli di ciascuno: le didascalie spesso si dimenticano, mentre ancora oggi, a distanza di giorni e giorni, ripasso davanti a quei luoghi e ripenso a quei racconti. Memorie d'infanzia in cammino è infatti la scrittura di una mappa in progress, quasi un palcoscenico di vita vissuta continuamente disallestito e riallestito, sopra il quale le storie, per tornare a esistere, necessitano solo di essere parlate.